“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta della “Badiedda”
Ventinovesima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato, per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che ogni giorno percorriamo. Le strade trapanesi sono ricche di tradizione e, soprattutto, di curiosità che il più delle volte non conosciamo. Una strada ricca di curiosità è sicuramente Via Badiella che, tradizionalmente, è chiamata A Badieddra.
Adiacente al portone del convento, poi, vi era la cosiddetta rota, cioè una bussola girevole di forma cilindrica che permetteva di collocare, senza essere visti dall’interno, i neonati abbandonati – a volte insieme a documenti o segni distintivi – . A Badieddra è sempre stata una zona piena di vita e ricca di piccole botteghe che, anno dopo anno, l'hanno reso unica. Famoso è il fornaio Bernardo – ancora esistente – ma vi furono tante altre attività che vale la pena ricordare.
Ed ancora
la Putia di Nenè, il calzolaio Solina, il laboratorio dolci Spadini – chiamato Manazza –, la parrucchiera Maltese e un negozio simile ad un bazar. Sempre in Via Badiella vi era, in un appartamento al pianterreno, un distaccamento dei Carabinieri che avevano il compito di controllare i quartieri San Nicola, San Francesco di Paola, San Domenico e San Michele. Ma oltre ad essere una via piena di piccoli negozi e onesti lavoratori, la Badieddra si è da sempre contraddistinta per alcune caratteristiche architettoniche che, ormai, sono difficili da trovare in altre vie della città.
Rimangono solamente quei pochi negozi e quelle caratteristiche architettoniche che, però, tanti trapanesi non conoscono. Forse perché camminiamo guardando per terra e, a causa di ciò, non riusciamo ad ammirare le ricchezze che il nostro territorio possiede. E questo atteggiamento è, senza dubbio, una sconfitta. Per Trapani ma anche, e soprattutto, per noi cittadini. Chiara Conticello Ph: Enrico D'Amico, Francesco Paolo Barraco, Marcello Maltese, Leonardo Poma