Trapani. Erythros: "Eccessivo consumo di suolo a scapito del verde pubblico"

Redazione Prima Pagina Trapani

L’Associazione Erythros esprime profondo rammarico per la persistente mancanza di attenzione verso la sostenibilità ambientale nelle scelte di sviluppo del territorio. Negli ultimi anni il Comune di Trapani ha sostenuto interventi che incrementano in modo costante e spesso ingiustificato il consumo di suolo. Lo abbiamo visto con l’autorizzazione della RSA in via Virgilio, che ha sottratto un’area originariamente destinata a verde pubblico; lo abbiamo visto con la strada ZES che attraversa aree di interesse ambientale a ridosso delle ex saline; lo abbiamo visto con l’ipotesi di una cittadella dello sport in un’area che potrebbe essere destinata a parco urbano e alla realizzazione di corridoi ecologici con le vicine saline e con la diga Baiata di Paceco. Lo vediamo con l’area affidata alla ditta Sottile.

Ogni progetto procede senza una strategia complessiva, senza tenere conto degli effetti cumulativi del consumo e della impermeabilizzazione del suolo. In controtendenza con le politiche di depaving, e di quelle pratiche urbanistiche e ambientali ormai diffuse in tutta Europa che consistono nel rimuovere asfalto, cemento o altri materiali impermeabili dalle aree urbane per ripristinare superfici naturali permeabili come terreno, ghiaia, prati o aree verdi. Come se l’unico sviluppo possibile e immaginabile fosse quello che fa crescere gli interessi di costruttori e imprenditori pronti a usare e gettare lavoratori e spazi pubblici. Un modello già visto con chi, come alcune aziende trapanesi nel passato hanno costruito a ridosso delle saline grazie ai fondi europei per poi abbandonare i capannoni e rivenderli o affittarli.

Permane un approccio progettuale che trascura il dovere della mitigazione climatica e ignora le conseguenze ambientali a lungo termine. Nei mesi scorsi Eriyhros, attraverso due comunicazioni ufficiali, aveva richiesto alla Sottile Srl un incontro per proporre l’integrazione di aree verdi nei parcheggi e negli spazi esterni dell’infrastruttura. La società non ha mostrato disponibilità al dialogo, né apertura verso soluzioni capaci di compensare l’impatto dell’opera con interventi coerenti con il contesto climatico siciliano. Sottile Srl, tramite una propria rappresentante, ha dichiarato di aver rispettato tutti i vincoli di legge e che il verde urbano e il cambiamento climatico non rientrano tra gli ambiti di interesse della società. Una risposta che conferma la distanza tra questo modello di sviluppo e le reali necessità del territorio.

Oggi il centro commerciale è quasi completato e un terzo padiglione è già in programma. Gli spazi esterni mostrano un verde minimo, composto quasi solo da piante grasse posate su pietrisco, senza alcuna funzione di ombreggiamento o mitigazione termica. In un territorio che in estate supera i 40 gradi, l’assenza totale di alberature espone utenti e lavoratori a condizioni climatiche estreme e contribuisce al surriscaldamento delle autovetture.

Appare inoltre evidente che gli interventi lungo la circonvallazione servano più a valorizzare l’opera che a costruire un vero sistema di verde urbano. In molti territori italiani chi interviene su aree verdi deve compensare il consumo di suolo attraverso nuove piantumazioni o nuove aree fruibili. Nel caso in esame, le misure adottate sono minime, senza reale efficacia ecologica, e l’amministrazione comunale le ha accettate senza una visione di adattamento climatico.

Questa impostazione, che punta a un verde di facciata e a manutenzione zero, peggiorerà le criticità del territorio invece di ridurle. Oggi più che mai imprese e istituzioni hanno il dovere di rispettare criteri di responsabilità sociale e ambientale, anche attraverso strumenti come il Bilancio di Sostenibilità. Inserire alberature e veri spazi verdi nei parcheggi del centro commerciale sarebbe stato un investimento per migliorare la qualità dell’aria, attenuare il microclima e garantire maggiore vivibilità.

Riteniamo che chi opera sul territorio debba assumersi la responsabilità di scelte che incidono non solo sull’economia locale, ma anche sul benessere collettivo, presente e futuro. Purtroppo, constatiamo ancora una volta che le decisioni continuano a guardare solo al profitto immediato, senza cura per la comunità e per il suolo che si sta consumando senza criterio.

È giunta l’ora di cambiare mentalità, Dovrebbe essere la pubblica amministrazione il primo motore di cambiamento. Ma osserviamo che a Trapani questa ora è ancora lontana dal giungere.

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