​Tragedia nel carcere di Trapani: detenuto si toglie la vita

Redazione Prima Pagina Trapani

Le organizzazioni sindacali del Corpo di Polizia Penitenziaria esprimono profondo cordoglio per il tragico evento occorso nella serata di ieri presso il reparto “Tirreno” della Casa Circondariale (di Trapani, ndr), dove si è tolto la vita un detenuto di 29 anni, di nazionalità tunisina e sottoposto a regime di sorveglianza a vista.

È reso noto in un documento sindacale congiunto, con la precisazione che, “nonostante l’immediato intervento del personale di Polizia Penitenziaria e del servizio sanitario, ogni tentativo di soccorso è risultato vano”.

“L’episodio evidenzia ancora una volta – dicono i sindacati di categoria – le gravi criticità del sistema penitenziario italiano, nel quale il personale è chiamato a fronteggiare situazioni di estrema emergenza in assenza di risorse adeguate, con carichi di lavoro insostenibili, turni massacranti e strutture spesso inadeguate a garantire la sicurezza e la dignità delle persone ristrette. Le OO.SS. denunciano l’insopportabile solitudine operativa in cui quotidianamente si trova ad agire il personale del Corpo, troppo spesso lasciato senza strumenti concreti per prevenire eventi drammatici come quello accaduto.

È indispensabile, e non più rinviabile, un intervento urgente delle Autorità competenti per ristabilire condizioni minime di efficienza, sicurezza e tutela della salute psicofisica del personale. In attesa che vengano chiarite tutte le dinamiche dell’accaduto, le scriventi OO.SS. ribadiscono la necessità di un radicale ripensamento dell’intero sistema detentivo e del ruolo affidato alla Polizia Penitenziaria, da troppo tempo lasciata sola ad affrontare problematiche sociali, sanitarie e di ordine pubblico.

Queste rappresentanze maggiormente rappresentative evidenziano, infine, come la continua sovrapposizione di compiti e responsabilità imposti al personale di Polizia Penitenziaria, in assenza di un’adeguata dotazione organica e organizzativa, determini rischi concreti per la sicurezza degli operatori e per l’incolumità delle persone sottoposte a restrizione. Il caso odierno è emblematico: un solo agente era incaricato della vigilanza simultanea di quattro detenuti sottoposti al regime della sorveglianza a vista, una misura che, per essere realmente efficace, richiederebbe almeno un operatore per ciascun sorvegliato.

Tale condizione è ormai divenuta insostenibile. Occorrono interventi urgenti, strutturali e risolutivi, prima che simili tragedie, come quella di ieri, si ripetano”.

In merito al suicidio nella casa circondariale “Pietro Cerulli”, la responsabile nazionale Giustizia del PD, Debora Serracchiani, e Giovanna Iacono, deputata Dem del collegio di Trapani, hanno diffuso una nota congiunta, anticipando la prossima presentazione di una interrogazione parlamentare.

“Presenteremo – scrivono – un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito a questa ultima tragedia per chiedere conto della gestione di quella che è divenuta ormai una vera e propria emergenza suicidi nelle carceri italiane, e in particolare nella struttura trapanese. Chiederemo al ministro di chiarire quali misure di prevenzione siano state adottate nella Casa circondariale di Trapani dopo i precedenti casi di tentativi di suicidio e di autolesionismo e cosa intende fare rispetto all’inadeguatezza di quei luoghi ormai sempre più invivibili e a rischio collasso.

Abbiamo chiesto più volte al governo di farsi carico di misure straordinarie e di investimenti concreti per fermare l’emergenza carceraria in Italia, e per tutelare la vita e la dignità delle persone detenute. Non possiamo più tollerare – concludono - che le carceri continuino a essere dei luoghi di morte e di disperazione e in cui i diritti della persona vengono quotidianamente mortificati e annullati”.