Mercatali contro Tranchida: “Dal Comune nessun aiuto. Siamo disperati, fateci lavorare”

Redazione Prima Pagina Trapani

Manifestazione di protesta, stamane, a Trapani. I mercatali hanno infatti manifestato tutto il loro disappunto nei riguardi dell'Amministrazione Comunale per la mancata riapertura del mercatino del giovedi. Abbiamo raccolto le testimonianze dei protagonisti, ossia i lavoratori impossibilitati ad esercitare la loro attività. "In nessun posto d'Italia esiste quanto sta accadendo a Trapani -afferma Giuseppe Pantaleo. Un decreto regionale dice chiaramente come debba essere l'amministrazione a prendersi cura della riapertura del mercato.

Trapani è l'unico comune della provincia di Trapani dove paghiamo anche una cauzione (300 euro) e non riusciamo a ripartire. Il concetto di autogestione non esiste, ci è stato chiesto di andare da un notaio a firmare per prenderci tutte le responsabilità ma non funziona così. Noi operiamo su diversi comuni, dove i mercati sono ripresi in sicurezza. Erice e Marsala hanno ripreso senza problemi. Ci è stato proposto di frazionare il mercato su diversi luoghi, portando alcune bancarelle al lungomare ed altre in zona Fontanelle, una cosa impraticabile.

Stiamo affrontando difficoltà economiche enormi: ci sono persone che non riescono a mettere il mangiare in tavola". "Il Comune detiene 300 euro di cauzione ciascuno, a cosa servono? Tranchida non ci sta facendo lavorare e non ci aiuta - afferma Gaspare Pantaleo-, tanti quest'oggi non partecipano alla manifestazione perchè non hanno nemmeno i soldi per la benzina per raggiungerci. Bollette scadute, oltre ai grossisti che avanzano molti soldi, rendono la situazione tragica. Noi vogliamo solo lavorare.

Se giovedì prossimo non si dovesse riaprire accadrà la rivoluzione". "Abbiamo bisogno di lavorare, non siamo più in condizione di aspettare. Non si lavora solo a Trapani, nonostante tutte le carte siano in regola", afferma invece Anna Asaro. Per il consigliere Comunale Giuseppe Lipari, unico esponente politico presente in piazza, "è necessario mantenere il fiato sul collo sull'amministrazione affinchè quest'ultima si ravveda e modifichi questo provvedimento. Non hanno senso le proposte formulate da parte del Comune: addossare in capo ai mercatali tutte le responsabilità è sbagliato.

Non mi sorprende il fatto che gli operatori abbiano trovato un muro in Comune. Ritengo mortificante che quest'amministrazione si adoperi con proclami nell'impugnare il DPCM del 26 aprile chiedendo a gran voce riaperture delle imprese ed oggi, nonostante l'assunzione di un epidemiologo, non si riesca a ripartire in sicurezza. Evidentemente la politica che governa questa città, ad oggi non è in grado di utilizzare gli strumenti a sua disposizione". Emanuele Barbara