Custonaci dedica alle “piccole patrie” l’edizione 2025 della “Giornata Tricolore”
Domani, 27 settembre, alle 10, nella sala conferenze di Villa Zina Park Hotel, a Custonaci, si terrà la tradizionale “Giornata Tricolore”, che in questa edizione ha per tema le comunità dei territori.
La manifestazione ultra-decennale, organizzata dal Centro studi “Dino Grammatico”, mira quest’anno ad accendere i riflettori sui territori, intesi come “piccole patrie” che, nel contribuire alla crescita complessiva dell’Italia, possono rappresentare una valida risposta alle complesse dinamiche attivate dai fenomeni globali. Attualmente sentirsi parte di una comunità è sempre più complicato e resta realizzabile soltanto a condizione di nutrirsi di quel senso di appartenenza, che le identità locali per ovvie ragioni riescono tutto sommato ancora a preservare.
Tuttavia, oggi, proprio questa parte significativa dell’Italia “silenziosamente” sta scomparendo, per la mancanza di servizi, per la fragilità del territorio e proprio per il venir meno di quelle comunità che la vivono. È questa la sorte che, negli ultimi decenni, sta interessando molte aree della Penisola, territori esclusi dalle grandi direttive di sviluppo del Paese, sebbene ricchi di storia e di tradizioni. Si tratta, in definitiva, proprio di quelle “piccole patrie” che, se opportunamente valorizzate, potrebbero piuttosto rappresentare un fondamentale cardine su cui costruire una rete di modelli di sviluppo per l'intera Nazione.
«Si tratta di un momento di confronto su dei temi attuali, – dichiara il sindaco Fabrizio Fonte – quest’anno la scelta è ricaduta sulle «Piccole Patrie», ovvero su tutte quelle realtà di diversa commisurazione, come possono essere interpretate i piccoli Comuni , piuttosto che le Provincie, le Regioni, le stesse Nazioni, in una logica di ragionamento di carattere globale, tutte queste “piccole patrie” che hanno difficoltà ad ergersi, ad affermarsi, a confrontarsi in maniera pacifica tra di loro, visto il periodo che stiamo vivendo. Il confronto ci porterà, quindi, a vedere nuove prospettive di sviluppo e di rilancio, a iniziare dal pacifismo, sia dal punto di vista sociale, che culturale ed economico».