Che cosa è la scoliosi, ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

Redazione Prima Pagina Trapani

La scoliosi è una patologia del rachide, che si manifesta con deviazione laterale della colonna vertebrale, su piano frontale, alterazione delle fisiologiche curve della schiena sul piano laterale ed infine una rotazione a livello delle vertebre.

La sua prevalenza varia dall’1 al 10% della popolazione, di cui solo il 10% di questi richiede un trattamento conservativo e circa lo 0,3% ne richiede uno chirurgico. Il sesso femminile è più colpito, con rapporto anche di 5 a 1 rispetto al maschile.

La scoliosi va distinta dall’atteggiamento scoliotico, poiché mentre nel primo caso la curva non è correggibile volontariamente, nell’atteggiamento scoliotico il paziente riesce a correggere la curva e se si piega in avanti non vi è presenza del gibbo.

La deformazione può essere suddivisa, in base all’età d’insorgenza, in:

Inoltre dobbiamo distinguere scoliosi con singola curva o con più curve ed identificare il tratto del rachide coinvolto, ad esempio: cervico-dorsale, dorsale, dorso-lombare o lombare.

I sintomi più comuni con cui si manifesta la scoliosi sono: spalla non allineate, fianchi irregolari, un’anca più alta dell’altra, scapole con prominenza differente.

La diagnosi si basa su un attento esame obiettivo, dove si valutano clinicamente le deformità, e dalla presenza del gibbo scoliotico durante il test di Adams, che consiste nel far piegare il paziente in avanti, facendo toccare le punte dei piedi ed evidenziando una sporgenza a livello del rachide (gibbo).

Questo test permette di distinguere un atteggiamento da una deformità strutturata. Per la conferma diagnostica ci si avvarrà di radiografie in antero-posteriore, eseguite con paziente in ortostatismo e su carta millimetrata; in questo modo si potrà misurare l’angolo della/e curvatura/e e tramite il cosiddetto metodo di Cobb, se sarà presente un angolo maggiore di 10° si porrà diagnosi di scoliosi. Inoltre radiograficamente risulterà utile ai fini del trattamento, stadiare la maturità scheletrica tramite la scala di Risser,

Il trattamento varia in base all’angolo di Cobb misurato ed al grado di maturità scheletrica del soggetto. Tendenzialmente sotto i 25° di deformità è giustificato un approccio di osservazione a prescindere dal grado di maturità scheletrica. L’approccio medico si basa sull’utilizzo di busti ortopedici e viene adottato per curve comprese tra i 25° e 45° e immaturità scheletrica. Il busto che differirà a seconda del grado e della sede della curva, deve essere tenuto per almeno 16-18 ore al giorno fino al completamento della crescita ed avrà la funzione di non far peggiorare-evolvere la deformità dando un sostegno alla schiena.

Per curve invece molto gravi oltre i 45°, in pazienti con immaturità scheletrica, l’opzione chirurgica rimane l’ultima spiaggia. La kinesiterapia può essere consigliata a completamente delle suddette terapie, per aiutare a diminuire la progressione della scoliosi.

Per questa patologia è fondamentale una diagnosi precoce ed un precoce trattamento nei casi indicati, per cercare di diminuire al massimo l’evoluzione della curva scoliotica e le complicanze ad essa associata.

Dott. Danilo Di Via

Medico presso:

Università degli Studi di Catania

Clinica Ortopedia e Traumatologia

Direttore: Prof. Giuseppe Sessa

Direttore di scuola: Prof. Vito Pavone

Associato: Prof. Gianluca Testa