Paolo Petralia ricorda Ciccio Avila: “Grazie per tutto quello che mi hai insegnato”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
01 Luglio 2020 17:18
Paolo Petralia ricorda Ciccio Avila: “Grazie per tutto quello che mi hai insegnato”

Mi diceva "hai la testa di tuo nonno". Comincia così il ricordo di Paolo Petralia, giovane trapanese attualmente trapiantato a Palermo per ragioni politiche (assessore nella Giunta guidata dal sindaco Orlando). Il suo rapporto con Ciccio Avila, memoria storica della città appena scomparsa, gli aneddoti e la complicità che vi era tra i due emerge nel ricordo che Petralia ha voluto così descrivere: "Nella libreria di Ciccio Avila si svolgevano le riunioni dell’antigruppo, basti ricordare come negli anni ’70-’80 movimenti culturali composti da pittori, scrittori e scultori nonchè personalità come Nat Scammacca, solo per citarne uno, frequentassero la casa di Avila.

Dal punto di vista personale, non avendo ben conosciuto mio nonno che invece di Avila era amico, tutte le volte che mi recavo in libreria Ciccio non perdeva occasione di raccontarmi le storie della sinistra trapanese. La sua libreria è l’unica a Trapani dove è possibile ritrovare quasi tutte le opere edite da Celebes, casa editrice fondata sempre da mio nonno Costantino Petralia, con preziosi scritti tra i quali ricordo quelli di Giuseppe Casarrubea, Aldo Capitini e molti altri. Dove vi è il banconcino dove Ciccio rimaneva seduto, si trova una vetrinetta con tutti i libri Celebes che lui custodiva ed ogni volta che entravo in libreria era un vero piacere ascoltare le storie relative alla fondazione di quella casa editrice.

Parlare dei personaggi trapanesi con lui è stato bellissimo ma gli sarò eternamente grato per avermi fatto rivivere un nonno che non ho conosciuto raccontandomi varie storie ed insegnandomi tantissimo". Ringraziamo Paolo Petralia per le parole emozionanti dedicate a Ciccio Avila ed auspichiamo che l'enorme patrimonio storico di quella libreria venga conservato e preservato per le prossime generazioni. E. B.

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