Artrosi, cos’è e quali sono i possibili rimedi. Ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
23 Novembre 2020 13:14
Artrosi, cos’è e quali sono i possibili rimedi. Ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

Prende il via quest'oggi una nuova rubrica di PrimaPaginaTrapani, dedicata al mondo della medicina. Quest'oggi, insieme al dottor Danilo Di Via, parliamo dell'artrosi Il termine artrosi deriva dal greco: ἄρϑρων (àrtron), articolazione, il suffisso -osi sta per "processo degenerativo". Dunque, l’artrosi possiamo definirla come una malattia determinata dall’usura e dall’invecchiamento delle articolazioni, soprattutto quelle sottoposte a carico, come colonna vertebrale, anche e ginocchia ma, a volte, vengono coinvolte anche le articolazioni di mani e piedi.

Questa patologia è causata dal deterioramento della cartilagine articolare, che riveste le superfici ossee delle articolazioni. Questo tipo di cartilagine ha il compito di diminuire l’attrito fra le ossa e, quando si danneggia per usura, perde la sua elasticità, diventando più rigida ed a sua volta più facilmente danneggiabile. Se la condizione peggiora, il deterioramento progressivo della cartilagine può portare ad una riduzione dello spazio articolare, favorendo lo sfregamento osseo, che causa: infiammazione, dolore, gonfiore e rigidità.

I sintomi dell’artrosi iniziano a manifestarsi, solitamente, in età adulto-anziana, colpendo ugualmente uomini e donne. In Italia si stima che le persone affette siano circa 6 milioni. L’artrosi è una patologia correlata all’invecchiamento che può essere favorita da alcuni fattori come: l’obesità, che danneggia soprattutto le articolazioni di anche e ginocchia; la familiarità; lavori manuali, che richiedono un utilizzo continuo di alcune articolazioni (es. dita e mani) o posizioni forzate come lo stare in ginocchio; lo sport, se eseguito a livello agonistico per molti anni; oppure alcune forme di artrite che nel tempo perpetuano un danno che evolve nell’artrosi.

I sintomi più comuni sono: il dolore, la rigidità articolare e la limitazione nell’utilizzo di un’articolazione. Il tipo di dolore avvertito è di tipo meccanico, cioè compare durante il movimento, si accentua la sera e tende a scomparire con il riposo, a differenza di ciò che avviene con il dolore di tipo infiammatorio, che tende a scomparire con il movimento e ad aumentare a riposo, caratteristico delle artriti infiammatorie. Altri sintomi possono coinvolgere il rachide, in quanto l’artrosi favorisce la formazione di osteofiti (delle spicule ossee) che possono andare a causare l’irritazione delle radici nervose causando algia, formicolio e intorpidimento di alcune aree corporee.

La diagnosi si basa su un’accurata visita medica caratterizzata da un’attenta raccolta anamnestica ed esame obiettivo dell’articolazione interessata, andando a valutare eventuali deformità, la presenza di dolore, limitazione dell’escursione articolare. Ma la conferma diagnostica viene fornita il più delle volte da un’indagine RX-grafica, che può mostrare quadri variabili che vanno dalla riduzione dello spazio articolare, presenza di deformità ed osteofiti (beccucci ossei), cavità simil-cistiche (geodi).

In base al grado di artrosi e all’età del paziente si possono promuovere diverse terapie. Sicuramente, nei pazienti obesi la dietoterapia ed un corretto stile di vita sono di fondamentale importanza, corredati da fisiokinesiterapia. Per il trattamento sintomatico possono essere utili farmaci antidolorifici, come il paracetamolo o anti-infiammatori, quali i FANS, anche se danno sollievo per breve tempo e non sono scevri da effetti collaterali. E’ possibile effettuare anche infiltrazioni intra-articolari: di corticosteroidi, da utilizzare con parsimonia, in quanto possono aggravare il quadro artrosico nel tempo, oppure di acido ialuronico che possono dare un sollievo soprattutto di natura meccanica, di durata variabile da poche settimane ad alcuni mesi in base alla tipologia utilizzata.

Terapia di ultima generazione, ma ancora oggetto di studio, sono le infiltrazioni di PRP acronimo di “Platelet rich plasma” in cui sono presenti dei fattori di crescita che secondo alcuni studiosi possono, nelle fasi iniziali, arrestare il processo degradativo ed addirittura migliorarne il quadro. Altra terapia di ultima generazione sono le infiltrazioni di cellule staminali, prelevate dal paziente stesso, che si prefiggono di andare a ridurre l’infiammazione e rigenerare le cartilagini articolari.

E’ bene ricordare che queste ultime terapie sono ancora oggetto di studio. Invece, la terapia utilizzata negli stadi più avanzati e gravi, è senza dubbio, la sostituzione protesica delle componenti articolari artrosiche, che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, con materiali di ultima generazione che garantiscono ottime performance e durata nel tempo ed accessi chirurgici sempre meno invasivi e destruenti per i tessuti molli. Sicuramente la sfida per l’ortopedico nei prossimi anni sarà quella di prevenire la degenerazione artrosica delle articolazioni cercando di curarle negli stadi iniziali e di prolungarne il più possibile l’assenza di sintomi che possano arrecare disconfort al paziente.

Dott. Danilo Di Via Medico specializzando presso Università degli Studi di Catania - Facoltà di Medicina e Chirurgia. Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche - Sezione di Ortopedia e Traumatologia Direttore Prof. Giuseppe Sessa

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