Trapani, il tabù barriere architettoniche da sfatare: la denuncia di una giovane
Una città per tutti.
È la richiesta di Martina Fazio, giovane trapanese che nel 2016 rimase gravemente ferita in un incidente stradale: catapultata per oltre dieci metri, rimase in coma per tre mesi – passando dal coma allo stato vegetativo – per poi svegliarsi e ricominciare una nuova vita, con alcuni segni rimasti – fisici e psicologici – e con nuove passioni scaturite negli anni di riabilitazione.
Martina vive a Trapani e, come tutti i giovani della sua età, vuole e prova a fare quello che tutti fanno. Tra questi, anche la partecipazione alle tre notti bianche organizzate dal Comune di Trapani. La serata, però, non è andata come Martina si aspettava, proprio come ha raccontato lei sul suo blog personale.
«Alla notte bianca volevo partecipare anch’io – scrive la giovane – e così sono uscita con un’amica e col mio deambulatore. Dovevo attraversare la strada e nel marciapiede ho incontrato un gradino, mi sono guardata intorno e non c’erano rampe. Ahimè, nel superarlo, sono caduta».
Per la giovane tanta paura ma anche un grave danno: oltre all’escoriazione alla gamba, il deambulatore si è rotto.
«Piuttosto che la notte bianca – continua Martina Fazio – ho passato una notte in bianco. Troppe barriere per chi ha difficoltà a muoversi. È ora di cominciare a ribellarsi per avere una città per tutti».