Trapani, il busto di Gaspare D’Urso degradato e vandalizzato
È normale che, nel corso di tanti decenni, l’aspetto di uno scorcio cittadino sia cambiato. Ma in piazza Jolanda, nel cuore del centro storico di Trapani, accanto al fiorire di strutture prefabbricate, resta poco di un monumento in memoria di un illustre trapanese, vandalizzato e deturpato.
Questo scempio è evidenziato dallo scrittore trapanese Giuseppe Romano, appassionato cultore della storia cittadina (specialmente dopo il pensionamento da comandante della polizia penitenziaria del carcere di Trapani), noto soprattutto – fra i trapanesi che hanno più di cinquant'anni – per essere stato campione nel 1981 del programma televisivo “Flash” di Mike Bongiorno.
Di seguito, l’attenta analisi tracciata da Peppe Romano in una lettera aperta postata sul proprio profilo Facebook.
“Cari concittadini, se passate da Piazza Jolanda (che in queste giornate estive è frequentata da famelici vacanzieri per la presenza di ristoranti e pizzerie) noterete il degrado in cui versa il monumento in memoria del dottor Gaspare D'Urso, illustre figlio di questa città (Direttore della Cattedrale di Medicina operatoria e di clinica chirurgica dell’Università di Messina) perito nel terrificante terremoto di Messina del 1908”.
“Lo scudo in bronzo con lo stemma della città non esiste più, è stato probabilmente rubato qualche anno fa e sciolto per pochi euro, e anche la Palma che la città di Trapani (raffigurata dalla donna in bronzo) protende verso il suo illustre figlio non esiste più. La stele è adornata da tante figure di falli umani, dipinti da piccoli artisti del luogo, la ringhiera scomparsa anch'essa da anni”.
“Ho cercato di segnalare con varie mail il degrado in cui versa il monumento all'amministrazione comunale e anche di avere notizie certe sulla fine dello scudo (che fine ha fatto? Fu fatta denuncia?) ma non ho mai ottenuto una risposta ufficiale”.
“Dispiace solo prendere atto della mancanza di memoria e rispetto verso un illustre trapanese per il quale i trapanesi dell’epoca fecero una sottoscrizione per costruire il monumento, ma prendiamone atto: non ci sono più i trapanesi di una volta”.