Il paradosso della perdita a Trapani che non può essere riparata
Quattro litri e mezzo di acqua al secondo che si disperde. Ma il Comune decide di non riparare la perdita perché la città rischierebbe di restare all'asciutto per circa una settimana. E, così, si preferisce lasciare la perdita dov'è.
Accade in via Erice - Mazzara, a Trapani, la strada dove, a fine gennaio, gli operai dell'Enel squarciarono la condotta provocando un danno che ha creato mille problemi di approvvigionamento alla città per due mesi. E ora che i lavori sono stati completati, il cantiere non può essere chiuso e la strada non può essere riaperta, perché proprio il cantiere è invaso dall'acqua della perdita.
Il paradosso, quindi, è servito. La perdita deve restare lì dov'è, in attesa di capire come intervenire, magari abbinando i lavori per la riparazione con altri da effettuare lungo la condotta. E questo perché per riparare la perdita occorre interrompere la fornitura dell'acqua da Bresciana. Così facendo, però, Trapani resterebbe senza rifornimenti, considerato che Siciliacque non invia più acqua al capoluogo per via del razionamento disposto dalla Regione. E, allora, i cittadini trapanesi resterebbero senza acqua nelle proprie case da un minimo di 2 ad un massimo di 6 giorni, come ha spiegato il sindaco Giacomo Tranchida nel corso dell'ultimo consiglio comunale, rispondendo alle interrogazioni che sono state poste dai consiglieri Santo Vassallo (Amo Trapani) e Tore Fileccia (Movimento per le Autonomie)