​Guerra dell’acqua fra Trapani e Misiliscemi. Ciminnisi (M5S) chiede convocazione IV Commissione

Redazione Prima Pagina Trapani

“Assistiamo da settimane a uno spettacolo indegno per una terra come la nostra, assetata e fragile. Le accuse incrociate tra il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e quello di Misiliscemi, Salvatore Tallarita, con ordinanze, valvole, lucchetti e denunce, dimostrano una sola cosa: la totale incapacità della politica locale di assumersi la responsabilità di garantire un bene primario come l’acqua”.

Lo afferma la deputata regionale trapanese del Movimento 5 Stelle, Cristina Ciminnisi, comunicando di avere “chiesto la convocazione della IV Commissione con l’audizione dell’assessore regionale Colianni, della Cabina di regia, del presidente ATI Gruppuso e dei sindaci di Trapani e Misiliscemi. Ognuno si assuma la propria parte di responsabilità”.

“È inaccettabile – dice – che a pagare le conseguenze di questa reciproca intransigenza siano i cittadini, costretti a ricorrere alle autobotti dei privati e a riempire taniche per coprire i fabbisogni minimi. Il conflitto tra i due Comuni non può essere ridotto a una disputa legale o a un regolamento di conti economico. Qui manca del tutto una visione di insieme, – prosegue Ciminnisi – manca un coordinamento e manca soprattutto la capacità di gestire in maniera condivisa una risorsa che è sempre più scarsa».

“Non meno gravi sono le colpe della Regione Siciliana, che ancora una volta si mostra inadeguata. – aggiunge la deputata – La gestione delle crisi idriche si è rivelata insufficiente a regolare meglio la distribuzione delle poche risorse disponibili, mentre la mancata operatività per anni dell’ATI ha impedito qualsiasi programmazione seria di investimenti e pianificazione delle risorse idriche. Oggi raccogliamo i frutti amari di un cumulo di criticità: nessuna regia, nessun piano a lungo termine, solo interventi emergenziali e rattoppi”.

“La guerra dell’acqua tra Trapani e Misiliscemi – conclude Cristina Ciminnisi – non deve diventare una guerra tra poveri. È il momento che la Regione e gli enti locali si assumano le loro responsabilità e propongano soluzioni reali che garantiscano il diritto di trapanesi e misilesi ad avere l’acqua nelle proprie case. Basta scaricare colpe”.