"Fridays for Future" a Trapani, alcuni hanno utilizzato l'ambiente come pretesto per lanciare attacchi politici
Quella che avrebbe dovuto essere una giornata di mobilitazione pacifica e condivisa per il futuro del pianeta si è trasformata, a Trapani, in una parata ideologica dai toni divisivi e, in alcuni casi, offensivi da parte di alcuni partecipanti alla manifestazione. La manifestazione “Fridays for Future”, nata con l’intento nobile di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla crisi climatica, ha oggi mostrato un volto diverso: quello del comizio mascherato, dello slogan facile, della rabbia politica travestita da impegno ecologista.
I cori che hanno attraversato le piazze parlano da soli: “Polizia bastardi”, “Più ambientalisti, meno fascisti”, “Più pinguini, meno Salvini”, “Più polmoni, meno Meloni”. Non si tratta più di salvaguardare l’ambiente, ma di attaccare direttamente le istituzioni, le forze dell’ordine e una parte del mondo politico, spesso con toni aggressivi, quasi da stadio. Ed è proprio in questo scarto tra intenzione e realtà che si colloca la più grande delusione della giornata: molte delle classi scolastiche coinvolte avevano aderito convinte di partecipare a un’iniziativa esclusivamente ambientale, educativa e apartitica.
Studenti e docenti si sono ritrovati loro malgrado in un contesto polarizzato, dove le parole d’ordine non erano più “sostenibilità”, “clima”, “giustizia ecologica”, ma slogan politici urlati al megafono, in un clima di scontro ideologico. L’ambientalismo dovrebbe essere una battaglia comune, trasversale, capace di unire generazioni e ideologie diverse attorno a un obiettivo condiviso: proteggere il nostro pianeta. Ma quando la protesta degenera in slogan che nulla hanno a che vedere con la tutela dell’ambiente, quando si trasforma in uno strumento per veicolare un’agenda politica settaria, il rischio è di allontanare le persone da una causa che, invece, richiederebbe coesione e rispetto.
Le accuse alla polizia, le offese ai rappresentanti democraticamente eletti, la sovrapposizione costante tra ambiente e militanza politica: tutto questo svuota di credibilità il movimento e ne riduce l’efficacia. Chi scende in piazza per l’ambiente dovrebbe farlo con rigore, responsabilità e spirito costruttivo, non per cavalcare il malcontento generale né per insultare chi la pensa diversamente. "Fridays for Future" è nato per lanciare un grido d’allarme per il clima, non può essere trasformato da alcuni come un megafono di slogan ideologici.
Altrimenti, la battaglia per il futuro rischia di perdere il presente.
Manuel Ruggirello, studente partecipante alla manifestazione