Alla scoperta del patrono di Trapani, Sant’Alberto degli Abati

Conosciuto anche come Alberto da Trapani, nasce nel 1240 da una nobile famiglia fiorentina trasferita da poco in città. Il padre, Benedetto Abate, era ammiraglio della flotta dell’imperatore Federico II di Svevia, re di Sicilia. La madre, Giovanna Palizzi (appartenente ad una famiglia che diede origine a Buseto Palizzolo), lo mandò a soli otto anni presso il Convento dei Carmelitani. Una curiosità vuole che, quando Sant’Alberto entrò a far parte del Convento della Chiesa dell’Annunziata, la campagna circostante della struttura religiosa fu donata dai suoi zii paterni all’Ordine (atto notarile del 24 agosto 1250).

Nel 1280 diventa provinciale del suo ordine a Trapani e, nel 1287, a Messina dove poi morirà nel 1307. Fu poi Papa Callisto III, nel 1457, a permetterne il culto, confermato nel 1476. Fu il primo santo del Carmelo ad essere venerato e quindi venne insignito del titolo di patrono e protettore dell'Ordine Carmelitano. Le sue reliquie sono sparse in tutta Europa e sono necessarie, ancora oggi, alla benedizione dell'acqua e del cotone taumaturgico di Sant'Alberto. Il teschio integro del santo è custodito nella chiesa dei Carmelitani di Trapani in una cappella eretta nel 1586 dove si trova la statua reliquario opera di Vincenzo Bonaiuto.

Si celebra il 7 agosto perché nel 1624, dello stesso giorno, la città si liberò dalla peste ed i trapanesi vollero onorare questo giorno con il proprio Santo Patrono.