Vince 546 mila euro e percepisce il reddito di cittadinanza, l’indagine della GdF

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
28 Dicembre 2020 15:54
Vince 546 mila euro e percepisce il reddito di cittadinanza, l’indagine della GdF

Ci sono pure un trapanese, giocatore seriale, che vince al poker online 546mila euro nel 2018 ed un castelvetranese che ha un patrimonio di oltre un milione di euro nella lunga lista dei finti poveri che percepivano il reddito di cittadinanza scoperti dalla Guardia di Finanza di Trapani. 127 persone in tutto, tra falsi nullatenenti e personaggi in odor di mafia. Simulando uno stato di indigenza, dicono gli inquirenti, hanno indebitamente percepito somme di denaro per circa 1,2 milioni di euro. Fra i casi eclatanti un giocatore seriale di Trapani che hanno sostenuto di non avere disponibilità economiche sul conto corrente nonostante i 546.000 euro (somma di gran lunga superiore al limite fissato dalla legge, pari ad euro 12.000, per i quali non esiste obbligo di dichiarazione) vinti al poker online nel 2018, un’entrata che, seppur già esente da tasse, non è stata dichiarata al momento della presentazione dell’istanza del reddito di cittadinanza e che aveva permesso allo stesso soggetto di percepire già 10 mensilità del sussidio statale prima di essere scoperto.

Altro caso simile a Castelvetrano per un soggetto che ava vinto 108.000 euro. Come predetto si registra anche il deferimento alla competente Autorità Giudiziaria da parte dei militari della Tenenza di Castelvetrano di un soggetto che, nella Dichiarazione Sostitutiva Unica sottesa al beneficio previdenziale, ometteva di indicare la titolarità di un patrimonio immobiliare, ad esclusione della prima casa, valorizzato ai fini ISEE in 1,2 milioni di euro. Le indagini hanno accertato che alcuni indagati hanno dichiarato di essere disoccupati mentre, nella realtà, svolgevano un'attività lavorativa in "nero"; altri hanno omesso di indicare nelle domande di essere titolari, oltre alla prima casa, di altri beni immobili per un valore superiore alla soglia di legge di 30mila euro.

Da  qui la denuncia di 13 persone da parte dei militari della Compagnia di Marsala, della Tenenza di Alcamo e di Mazara del Vallo. Nella lista ci sono anche imprenditori vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro come Salvatore Angelo, ritenuto il re dell’eolico e già condannato per mafia dopo l’arresto nell’operazione “Golem 2”, o Vito Russo, capomafia marsalese condannato a seguito processo scatuirito dall’operazione “Peronospera III” del 2005. Entrambi all’atto della presentazione dell’istanza per il reddito di cittadinanza non avevano dichiarato le proprie condanne.

Denunciate anche le mogli dei tre boss Francesco Luppino, Matteo Tamburello e Maurizio Arimondi, rispettivamente di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Nessuna di loro aveva dichiarato le condanne dei mariti; per legge non avrebbero potuto incassare i redditi di cittadinanza. Tutte le posizioni illecite sono state comunicate alle Procure di Trapani e Marsala e segnalate all'Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico illecitamente percepito che ha generato un danno economico per le casse dello Stato e contribuito a sottrarre risorse pubbliche che potevano essere destinate ad altre finalità ed utilità sociali a favore di coloro che ne hanno effettivamente bisogno.

Francesco Mezzapelle  

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