Ultime della sera. C’era una volta un bambino con la maglietta rossa

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
17 Gennaio 2020 20:36
Ultime della sera. C’era una volta un bambino con la maglietta rossa

Dalle sue parti si usava così: quando ci si metteva in viaggio, tutti i bambini indossavano una maglietta rossa.  Un po' come si fa dalle nostre parti per le gite scolastiche o per i gruppi vacanza: tutti con la maglietta dello stesso colore, o  con lo stesso cappellino...tutti a seguire l'ombrello della guida, che nessuno si perda... già, che nessuno si perda. Ma lui, deve essersi distratto un attimo e si è perduto. L'hanno trovato su una spiaggia, con lo sguardo verso il mare. E c'era anche un ragazzo, che era partito per un avventura con un salvacondotto, proprio come in un romanzo.

I suoi genitori gli avevano cucito nella tasca della giacca, il documento più importante: la pagella. Certo, perchè era stato bravo lui , aveva tutti bei voti, e dovunque fosse arrivato, l'avrebbero apprezzato per la sua bravura. “ tu impegnati, fai del tuo meglio...e vedrai che sarai premiato”... già,  che alla fine c'è un premio. Ma nessuno gli aveva detto che il premio si sarebbe trovato nella rete di un ignaro pescatore. E poi  quell'altro che si portava in tasca, un pugno di terra del suo paese.

Anche lui pensava che forse , mischiando quella terra ad un'altra terra, si sarebbero intrecciate le radici di nuove piante di speranza. Già, nuove piante...ma non sul fondo del mare. E ancora c'era una volta quel ragazzo che aveva deciso di volare per trovare fortuna. Poco importa di sapere come fosse arrivato ad entrare nella pancia dell'aereo. Se avesse potuto, si sarebbe fatto sorreggere da ali d'aquila, ma nessuna aquila volava nel suo cielo. E così, meglio un aereo.  Ma seguire la rotta degli uomini senza le piume dell'aquila, significa sentire freddo, troppo freddo, fino a morirne.

Tu vola e quando arrivi, trova un nido... già, vola...ma non bastano le ali se ci sono i bracconieri. E c'era un bambino in un piccolo paese che giocava davanti alla sua casa su una strada di polvere e giocava ad essere un eroe con poteri straordinari che lo avrebbero reso capace di vincere ogni male. Ma una bomba arrivò dal cielo e lui sentì un calore più caldo del fuoco. Già, un eroe...ma non bastano i super poteri contro la follia dei potenti. E c'era una volta e ce n'erano due , tre e infinite e c'erano tanti altri ragazzi, e uomini e donne e bambini, alcuni bambini così piccoli che  ancora stavano nelle pance delle loro mamme, e non ne sono mai usciti.

C'erano e ci sono. E non basteranno  gli anni a raccontare di loro. E chi ne ha sentito le  storie si è commosso, si è indignato “ma come è possibile...non è giusto...mai più!”, da ogni parte si sono levate grida d'orrore  e di pietà, ma poi, come spesso accade in questo mondo che corre veloce, le grida si sono zittite, le pagine si sono chiuse, le lacrime sono velocemente evaporate , le notizie si sono consumate, e nell'attesa della prossima storia ( che è verità e non favola), tutti sono tornati alle proprie occupazioni.

E la memoria non è più dolore, ma cronaca consumata nello scorrere veloce delle notizie sullo schermo di un cellulare, fra la ricetta del pollo ripieno e lo spacco del vestito della valletta di turno, fra un rigore negato e una cura miracolosa per i calli dell'alluce. E come si consumano le notizie, si consumano le persone, le loro storie, i loro volti , i loro desideri e tutte le speranze negate. Chissà se ci piacerebbe essere dimenticati se ( quando) un giorno dovesse toccare a noi...

Maria Lisma

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