“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta della “Badiedda”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
29 Novembre 2020 02:20
“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta della “Badiedda”

Ventinovesima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato, per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che ogni giorno percorriamo.   Le strade trapanesi sono ricche di tradizione e, soprattutto, di curiosità che il più delle volte non conosciamo. Una strada ricca di curiosità è sicuramente Via Badiella che, tradizionalmente, è chiamata A Badieddra. Questa strada è la prosecuzione della Via Sette Dolori e la denominazione della via si deve all’esistenza di un piccolo convento delle badesse che, agli inizi del Novecento, furono trasferite dal monastero di Via San Francesco d’Assisi – ormai rovinato – nelle vie Badiella, Badia Grande e Badia Nuova.

Adiacente al portone del convento, poi, vi era la cosiddetta rota, cioè una bussola girevole di forma cilindrica che permetteva di collocare, senza essere visti dall’interno, i neonati abbandonati – a volte insieme a documenti o segni distintivi – . A Badieddra è sempre stata una zona piena di vita e ricca di piccole botteghe che, anno dopo anno, l'hanno reso unica. Famoso è il fornaio Bernardo – ancora esistente – ma vi furono tante altre attività che vale la pena ricordare.

La Farmacia De Santis, la pasticceria Pepè, Don Liddo u carvunaro, la Putia Messina, la cartolibreria De Vincenzi, Iris – un negozio di fiori – gestito da Gaspare Maltese e, all'angolo opposto, la macelleria di Amedeo Maltese.

Ed ancora la Putia di Nenè, il calzolaio Solina, il laboratorio dolci Spadini – chiamato Manazza –, la parrucchiera Maltese e un negozio simile ad un bazar. Sempre in Via Badiella vi era, in un appartamento al pianterreno,  un distaccamento dei Carabinieri che avevano il compito di controllare i quartieri San Nicola, San Francesco di Paola, San Domenico e San Michele. Ma oltre ad essere una via piena di piccoli negozi e onesti lavoratori, la Badieddra si è da sempre contraddistinta per alcune caratteristiche architettoniche che, ormai, sono difficili da trovare in altre vie della città.

Curiosa è la presenza di una colonna di marmo, da associare indubbiamente ai romani. Infatti, sono proprio le colonne ad essere uno dei pochi frammenti rimasti della Drepanum Romana. Importati dall’Africa e dall’Asia Minore, le colonne si trovano solamente in alcuni punti della città e, in seguito, furono riutilizzate come pietre angolari di palazzi, basi per iscrizioni o sostegni di strutture – come successo alle colonne della Badiedda – .

Caratteristica, inoltre, è la presenza di un arco trecentesco – che conduce su un cortile privato – e di antichi edifici simili alla Giudecca. Di tutto questo, però, è rimasto ben poco. A Badiedda, ormai, risulta essere quasi abbandonata. Rimangono solamente quei pochi negozi e quelle caratteristiche architettoniche che, però, tanti trapanesi non conoscono.

Forse perché camminiamo guardando per terra e, a causa di ciò, non riusciamo ad ammirare le ricchezze che il nostro territorio possiede. E questo atteggiamento è, senza dubbio, una sconfitta. Per Trapani ma anche, e soprattutto, per noi cittadini. Chiara Conticello Ph: Enrico D'Amico, Francesco Paolo Barraco, Marcello Maltese, Leonardo Poma

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