“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta del Rione Cappuccinelli

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
23 Agosto 2020 13:55
“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta del Rione Cappuccinelli

La zona moderna di Trapani è circondata da tantissimi quartieri tra cui spicca, senza dubbio, il Rione Cappuccinelli. In verità, per la sua dimensione urbanistica dovrebbe essere definito “Quartiere” ma viene popolarmente dichiarato “Rione” per indicare l’origine degli abitanti che vi insediarono, cioè tutti i trapanesi che provenivano dai rioni del centro storico devastati dalle bombe.

Esso confina a nord con il Lungomare Dante Alighieri, a sud con Via Archi, ad ovest con Via Tunisi e ad est con Via Pescatori. È composto prevalentemente da edifici popolari e, nella sua area, si trovano inoltre l’ex mattatoio – più tradizionalmente chiamato “macello” – e il Cimitero Comunale. Il Rione Cappuccinelli nacque da uno studio dell’architetto Michele Valori – uno degli urbanisti più importanti in Italia e sicuramente un personaggio chiave delle sperimentazioni di edilizia residenziale pubblica che furono avviate nel dopo guerra – ed è un prezioso esempio di architettura contemporanea legata al razionalismo e al neorealismo architettonico.

A dimostrare la sua importanza lo conferma il fatto che un plastico del progetto di Valori è tuttora conservato al MAXXI di Roma – il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo – perché dichiarato di notevole interesse storico e una fonte preziosa per la storia dell’architettura e dell’urbanistica in Italia. Le prime case del Rione Cappuccinelli rientrano nella pianificazione nazionale del “Piano Fanfani” che chiedeva la ricostruzione dopo il conflitto mondiale e la creazione di lavoro attraverso gli investimenti pubblici.

Il quartiere fu realizzato tra il 1957 e il 1963 e vide la partecipazione di tanti altri architetti oltre Valori tra cui spiccano i nomi di Arnaldo Bruschi, Hilma Selem, Gian Paolo Rotondi e gli ingegneri Giuseppe Garofalo, Giulio Ceradini e il trapanese Giovanni Bolignari. All’inizio della sua costruzione, in realtà, il territorio del quartiere apparteneva al Comune di Paceco – costituito nel 1812 – e rimarrà tale fino al 1979, anno in cui, con una promulgazione da parte del Presidente della Regione Siciliana, furono rettificati i confini con la Città di Trapani.

Secondo Valori, il quartiere Cappuccinelli doveva rispondere a precisi criteri architettonici e urbanistici. Della costruzione delle case fu scritto: «Gli alloggi, accorpati in tre blocchi di edifici a schiera, si articolano attorno a otto corti al cui interno trovano posto aree grandi, spazio per il gioco dei ragazzi e orti urbani. Il progetto, infatti, nasce dall’idea di cortile e punta alla ricostituzione dell’unità di vicinato analoga a quelle delle comunità agricole. I percorsi, che recuperano il tema del sentiero, e le residenze, si integrano con l’obiettivo di ricreare un tessuto continuo e il piano terra è occupato da portici con spazi commerciali».

Ogni edificio realizzato fu poi decorato con una targa in ceramica policroma che facesse venire alla mente il tema della casa come luogo felice. Di questa felicità, però, oggi rimane ben poco. Percorrendo le strade del Quartiere, infatti, si è invasi dalla tristezza e dallo sconforto dei residenti che, molto spesso, si sentono abbandonati. Con il passare degli anni, infatti, il Rione Cappuccinelli non è diventato ciò che voleva l’architetto Valori ma, al contrario, viene da tutti definito un quartiere popolare, e ciò porta all’emarginazione degli abitanti.

Sarebbe bello, però, recuperare ciò che gli urbanisti volevano realmente consegnare ai trapanesi con la costruzione di quel quartiere: un luogo felice, onesto e che dia un minimo di fede nell’avvenire. - Chiara Conticello Foto di Leonardo Poma

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza