“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta del quartiere San Pietro

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
18 Maggio 2020 11:22
“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta del quartiere San Pietro

Prima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che quasi ogni giorno percorriamo. Trapani fu fondata dagli Elimi intorno al 1260 a.C. e, pochi secoli dopo, venne abitata anche dai Fenici che provenivano da Cartagine. Lo sviluppo urbanistico della città e l’ampliamento di Trapani verso ovest, grazie alla costruzione di una nuova cinta muraria, si deve soprattutto a Giacomo II, sovrano aragonese del Regno di Sicilia che soggiornò per lo più a Trapani.

La città venne divisa in cinque quartieri: Rione Casalicchio, Rione di Mezzo, Rua Nuova, Rione San Lorenzo e Rione San Francesco. Il Rione Casalicchio, oggi San Pietro, è il più antico di tutti.  I primi abitanti della città, infatti, vissero nel territorio compreso tra Corso Italia, Via XXX Gennaio e Piazza Scarlatti.

Non si hanno delle notizie certe sul nome, ma quasi sicuramente venne chiamato così per la consistenza delle sue case. Si sviluppò inizialmente nei pressi del porto e della Chiesa di San Pietro, comprendendo anche il Rione della Giudecca, dove viveva la terza comunità ebraica più grande della Sicilia, e il Rione delli Biscottari, chiamato così perché vi erano delle botteghe dove si manifatturavano i biscotti. Nel 313 d.C, con l’editto di Costantino, venne permessa la libertà di culto e il Cristianesimo si diffuse anche nella nostra terra.

Ciò portò alla necessità di trasformare i luoghi di culto pagani in Chiese Cristiane. La prima Chiesa fondata nella città di Trapani fu proprio San Pietro, costruita dove sorgeva un tempio dedicato a Saturno o Nettuno. Secondo la tradizione orale, fu costruita dopo il passaggio di San Pietro durante i primi processi di evangelizzazione. La chiesa, unico nel suo genere nella Provincia, ha un assetto basilicale a cinque porte e ai suoi interni possiamo trovare l’organo più complesso d’Europa costruito tra il 1836 e il 1847. Nel 1865 venne approvato un piano di ampliamento della città che prevedeva l’espansione di Trapani verso il borgo Annunziata.

Il piano di ampliamento prevedeva anche l’impiantamento di alcuni alberi per creare la villa comunale, e ciò portò alla demolizione dell’ultimo serraglio esistente nel Rione San Pietro, che venne destinato a costruzioni private. Pochi anni dopo ci si rese conto che Casalicchio fu il rione più danneggiato dal piano per la sua vicinanza al porto. Durante la seconda guerra mondiale il Rione Casalicchio fu la vera e propria vittima per la città. I numerosi bombardamenti, infatti, dovuti soprattutto al ruolo che Trapani aveva per il rifornimento alle truppe impegnate sul fronte africano, portarono alla completa distruzione del Rione.

Le macerie arrivarono all’altezza di un secondo piano e furono numerosi i cittadini a perdere la vita, travolti dal crollo degli edifici. Successivamente il Rione venne ricostruito e oggi, nonostante sia carico di storia, vive in uno stato di degrado culturale, abbandonato e quasi dimenticato da tutti. Se è vero che la storia non dimentica, perché dovremmo farlo noi Trapanesi? Chiara Conticello Ph: Enrico D'Amico  

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