Trapani: città senza un teatro. De Santis: “Serve una nuova mentalità. Basta conflittualità”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
14 Marzo 2018 08:30
Trapani: città senza un teatro. De Santis: “Serve una nuova mentalità. Basta conflittualità”

Questa città, dà sempre più l’impressione di non amare l’arte. Si parla tanto di rinascita, di crescita, ma forse non siamo pronti. Non siamo pronti, perché a Trapani manca la cultura del teatro, a partire forse, dai più giovani, che spesso sono un target distante e difficile da raggiungere in questo ambito, e manca la cura di quei pochi spazi adibiti a luoghi d’arte. Dopo essere venuti a conoscenza, nelle scorse settimane, della totale devastazione del teatro “Tito Marrone” ,che è stato vandalizzato e depredato degli impianti e dei cavi elettrici, nei giorni scorsi un altro “Luogo d’arte”, il Chiostro di San Domenico,  è stato impunemente smantellato da alcuni incivili che si sono appropriati di impianti e serramenti.

La "casa" della rassegna letteraria, “InChiostro d'Autore”, che grazie all’ Ente luglio musicale ha permesso di ospitare scrittori, intellettuali, ma anche ballerini, attori e musicisti da tutto il mondo, è stata vandalizzata. I criminali, anche a causa di un mancato sistema di vigilanza,- secondo quanto emerge dal sopralluogo effettuato da Giovanni De Santis- hanno agito indisturbati portando via i vari impianti (idrico, elettrico e di climatizzazione) ma anche serramenti.

Insomma, un altro scempio, in una città “senza anima”, già orfana di un teatro. “Vogliamo un teatro” è l'appello di tutti. Cittadini, associazioni, agenzie di spettacolo. Tutti coloro che hanno a cuore l’arte e la cultura. Una città senza teatro è come un uomo senza un braccio, un corpo mutilato. Insomma è una città incompleta. Attualmente, si può contare solo sulla disponibilità del “Don Bosco” e dell’Auditorium del conservatorio, riportato a nuova luce sempre dall’Ente Luglio Musicale, ma non si può andare avanti così.

Bisogna, intanto, stimolare una crescente cultura del teatro fra i cittadini e soprattutto ridare a questa città un luogo fonte di emozioni forti e artistiche che possa dare la possibilità di ospitare, in questa città, grandi artisti, grandi produzioni, grandi spettacoli. E tra gli artisti che,in questi anni,si è molto battuta, insieme alle sue associazioni, per avere un teatro in città c'è l'attrice e show girl, Vanessa Galipoli che affferma: "Da diversi anni mi sono proposta prima con la mia società , la av emotional events ed ,in contemporanea ,con la mia associazione ,il comitato delle donne , di proporre un nuovo modo di vedere al teatro in questa città. Un teatro per le nuove generazioni che metta al centro temi civili forti, in grado di aiutare a comprendere meglio il presente, per poterlo governare e giudicare criticamente. Ho combattuto e lanciato l hashtag #vogliamoilteatro perché per me che venivo da Roma e da una importante formazione artistica era impensabile vivere in un capoluogo di provincia che non investiva in alcun modo in cultura e che addirittura non possedesse un teatro.

Ho continuato e continuo- prosegue- la mia battaglia, interfacciandomi con diverse realtà politiche ed istituzionali, perché credo che solo in sinergia si possano raggiungere risultati in una città troppo spesso egoista e solista, che non guarda alla cooperazione. Una città senza teatro- prosegue- è una città che non vuole crescere,che non vuole sviluppare un pensiero critico e creativo, che vuole schiavi e non uomini liberi, ecco perché credo fortemente che bisogna combattere insieme per gridare a gran voce la necessità di un teatro in città, e per fare questo bisogna mettere da parte gli interessi personali e lavorare per il bene comune, insieme. E mentre c'è chi chiede un nuovo teatro in città, la soprintendenza propone lo spostamento del teatro "Di Stefano", che si trova all'interno della Villa Margherita, perché non sarebbe in linea con lo stile Liberty della stessa.

Dopo 70 anni di storia, di passioni e di tradizioni, il Luglio Musicale, sarebbe costretto a spostarsi a Piazza Vittorio e, secondo quanto disposto dall'ordinanza del commissario Messineo, si dovrebbe trattare di uno smontaggio in tempi record che comporterebbe, all'ente, un danno notevole dal punto di vista economico e non poche difficoltà data la stagione alle porte. Un provvedimento, quindi,  che rischia di mettere a repentaglio uno dei pilastri dell’identità culturale della città, quel teatro all'aperto, unico nel suo genere, che ha reso Trapani famosa nel panorama operistico nazionale.

In merito a questo delicata situazione, abbiamo ascoltato Giovanni De Santis, amministratore delegato dell'Ente Luglio Musicale Trapanese.  "Trapani- afferma De Santis-  ha bisogno di conciliazione, non di continue guerre intestine tra poveri. Purtroppo, si tende, invece, ad animare conflitti che determinano una perdita di competitività del sistema-città verso l'esterno: abbiamo perso la rappresentanza parlamentare, rischiamo di perdere il traffico aereo e cosa facciamo? Da un lato invochiamo la costruzione di un nuovo teatro e dall'altro lavoriamo per distruggere o per far distruggere quel poco di buono di cui disponiamo.

Non occorre costruire nuovi teatri se non costruiamo una nuova mentalità." Claudia Parrinello    

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