Trapani, “ADDABBANNA- Dall’altra parte del malaffare. La mostra fotografica di Anna Franca Lombardo

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
08 Novembre 2018 08:00
Trapani, “ADDABBANNA- Dall’altra parte del malaffare. La mostra fotografica di Anna Franca Lombardo

"Storie di uomini e donne di questo territorio, quello trapanese, che hanno raccontato pezzi della loro vita e si sono lasciati ritrarre. Un piccolo gruppo fra tutta quella gente che ha scelto da che parte stare, che svolge semplicemente il proprio lavoro, che dedica il suo tempo affinché qualcosa cambi.  Alcuni di loro dopo eventi drammatici". Definisce così Anna Franca Lombardo la sua mostra fotografica, che verrà inaugurata sabato 10 Novembre alle 17:30 a Trapani presso la Sala Consiliare, dal titolo ADDABBANNA- Dall'altra parte del malaffare- Uomini e donne del territorio trapanese. Un progetto, dedicato al Prefetto Fulvio Sodano , che raccoglie dodici foto i cui protagonisti sono giornalisti,magistrati, persone del mondo dell' associazionismo e non solo tra cui Rino Giacalone, Andrea Tarondo, Gregory Bongiorno, Liliana Riccobene, Giuseppe Cimarosa, Roberta Gatani, Salvatore Inguì, Don Meli, Francesco Fiordaliso, Nicola Clemenza, Calcestruzzi Ericina, Pasquale Calamia. "Trapani è stata teatro di efferati delitti di mafia- afferma Anna Franca Lombardo- nella mia città si è detto che la mafia non esiste .

Quando un giornalista, un magistrato moriva ammazzato era questione di corna.  La mia terra è la terra di Messina Denaro, di Virga, Agate. E tanti altri. In questa terra sono morti ammazzati Mauro Rostagno, Giangiacomo Ciaccio Montalto, i fratellini Giuseppe e Salvatore Asta e la loro mamma Barbara Rizzo . E tanti altri. Negli ultimi decenni si parla con più facilità di mafia, si parla di collusione tra istituzioni e mafia, tra politica e mafia, tra imprenditoria e mafia. La gente ne parla, i giornali ne scrivono, le scuole organizzano progetti di sensibilizzazione , convegni .

Ma ancora c’è tanta, troppa strada da fare. La mafia- prosegue-  è anche una cultura difficile da estirpare. Quella abitudine nel far passare normali certi comportamenti che sono linfa per il malaffare. La mia città si scandalizza ancora poco . La mia città deve finirla di non provare vergogna quando preferisce non capire o quando, ancora peggio, si veste di omertà diventando complice. Ma la mia terra è abitata anche da uomini e donne che si impegnano affinché qualcosa cambi.

Ognuno nel proprio settore, dedicando il proprio tempo, decidendo da che parte stare. Alcuni dopo avvenimenti difficili, tragici. Spesso il loro lavoro è messo a dura prova, c’e chi viene allontanato, perché scomodo, tra l’indifferenza di tutti. Chiamiamola benevolmente rassegnazione ma aver cambiato parola non ci salva . Ecco- conclude- loro sono ADDABBANNA"  La mostra si terrà dal 10 al 15 Novembre a Palazzo Cavarretta.             Io amo la mia città .

Vorrei poter scrivere di amarla sempre ma così non è . Vivo questo rapporto di amore e odio, che spesso è la caratteristica degli amori forti, carnali . Caratteristica di quegli amori che rischiano di distruggerti in un susseguirsi di emozioni contrastanti. La mia città appare come una città tranquilla , vivibile . Il mare , il buon cibo , la storia , la cultura di diverse etnie che hanno abitato questa terra , la Sicilia , e l’hanno resa unica. Ma tutto questo non può bastare . La mia città è Trapani e anche l’intera sua provincia .

Io sono siciliana, italiana e cittadina del mondo. Trapani è stata teatro di efferati delitti di mafia , nella mia città si è detto che la mafia non esiste . Quando un giornalista, un magistrato moriva ammazzato era questione di corna. Il malaffare, la mafia si vestivano di “ fimmina “ o di “ buttane”. La mia terra è la terra di Messina Denaro, di Virga, Agate. E tanti altri. In questa terra sono morti ammazzati Mauro Rostagno, Giangiacomo Ciaccio Montalto, i fratellini Giuseppe e Salvatore Asta e la loro mamma Barbara Rizzo .

E tanti altri. Negli ultimi decenni si parla con più facilità di mafia, si parla di collusione tra istituzioni e mafia, tra politica e mafia, tra imprenditoria e mafia. La gente ne parla, i giornali ne scrivono, le scuole organizzano progetti di sensibilizzazione , convegni . Ma ancora c’è tanta, troppa strada da fare. La mafia è anche una cultura difficile da estirpare. Quella abitudine nel far passare normali certi comportamenti che sono linfa per il malaffare. La mia città si scandalizza ancora poco .

La mia città deve finirla di non provare vergogna quando preferisce non capire o quando, ancora peggio, si veste di omertà diventando complice. Ma la mia terra è abitata anche da uomini e donne che si impegnano affinché qualcosa cambi. Ognuno nel proprio settore, dedicando il proprio tempo, decidendo da che parte stare. Alcuni dopo avvenimenti difficili, tragici. Spesso il loro lavoro è messo a dura prova, c’e chi viene allontanato, perché scomodo, tra l’indifferenza di tutti. Chiamiamola benevolmente rassegnazione ma aver cambiato parola non ci salva .

Ecco, loro sono ADDABBANNA . Coloro che svolgono onestamente il proprio lavoro, spesso lontano dai riflettori, alcuni con grande umiltà. Alla mia proposta di far parte del progetto fotografico mi è stato spesso risposto che erano grati della mia richiesta oppure che non ritenevano di meritare la mia attenzione. Ma io non ho avuto dubbi, questa è la città che amo e che sento mia. Desidero che questo progetto li faccia conoscere a più persone. Troppa gente non sa, e invece deve sapere, che la normalità è questa e non quella che vogliono farci credere.

E che il coraggio è solo amore e l’impegno di tutti renderebbe questa terra migliore. Io sono consapevole che non è facile e che spesso ci si sente sopraffatti . Come non è stato facile dare vita a questo progetto. So benissimo di aver escluso molte persone ma non è avvenuto per privilegiare alcuno rispetto ad altri. Ho scelto spesso guidata dal cuore, consapevole che raggiungere tutti, nel tempo che mi ero prefissata, era impossibile. Ringrazio chi mi è stato vicino , chi si è lasciato ritrarre, chi ha ceduto alle mie richieste .

Io dedico questo progetto al Prefetto Fulvio Sodano. Anna Franca Lombardo

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