Psicosi Corona Virus: la storia di Maurizio C. additato come malato, non era vero niente e gli stavano distruggendo la vita

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
07 Marzo 2020 14:47
Psicosi Corona Virus: la storia di Maurizio C. additato come malato, non era vero niente e gli stavano distruggendo la vita

In tempi di Corona virus accade sempre più spesso che oltre alla diffusione del contagio, si diffonda la paura di essere contagiati, con le conseguenze facilmente deducibili. E così accade che un uomo venga additato come malato ed addirittura comincino a girare il suo nome  e la sua foto su vari gruppi whatsapp per fa sapere che lo stesso sia da tenere a distanza. Episodio già particolarmente grave se si trattasse di un contagiato, perché la dignità  di una persona e la sua identità vanno tutelate sempre, episodio ancora più grave se si tratta di una fake news che ha fatto finire l’uomo e la sua famiglia nel tritacarne mediatico.

Si tratta di Maurizio C., tecnico radiologo che lavora presso l’ospedale di Sciacca ed è rimasto vittima di questa caccia all’untore. L’uomo che è perfettamente sano e non ha alcuna patologia, è rimasto vittima di questa follia collettiva con conseguenze anche gravi. Prima sono cominciati i messaggi di solidarietà e di sostegno a distanza, poi le voci si sono fatte sempre più insistenti, e lo stesso si è dovuto premurare di scrivere alcuni post su Facebook per chiarire che ci fosse un equivoco e che lui era perfettamente sano, ma questo non è bastato poiché addirittura ad un suo conoscente  sul posto di lavoro  è stato chiesto un certificato medico, poiché essendo venuto a contatto con Maurizio poteva diffondere il virus.

Maurizio ci ha contattati per provare ad uscire da questo incubo in cui sembra essere precipitato,  e ci ha chiesto di rendere pubblica la sua storia proprio per potersi riappropriare della propria vita e sperare che possa essere da esempio per tutti per far si che in futuro si faccia più attenzione nel divulgare notizie non verificate.  Non possiamo che essere vicini a Maurizio ed alla sua famiglia e per questo abbiamo deciso di raccontarvi questa storia, cercando di tutelare la sua identità al massimo.

L’uomo , difficilmente lo ammette, ma ha nella paura di morire il suo terrore più grande, e si lascia andare comportamenti psicotici scatenando una vera  e propria caccia all’untore, di manzoniana memoria. Così le voci, il chiacchiericcio, i si dice diventano notizie certe e se ne favorisce la diffusione incuranti dei danni che la notizia in questione possa fare a persone ed ad intere famiglie.

 Nella giornata di ieri a Castelvetrano è accaduto uno di questi casi, con la complicità anche di qualche operatore dell’informazione locale che  a suo dire ha agito con coscienza , ma a che nostro avviso ha semplicemente amplificato ulteriormente, grazie alla larga diffusione anche sui social network, quella che era una notizia non ancora verificata. Proviamo a fare chiarezza ieri un infermiere si è presentato al pronto soccorso di Castelvetrano con dei sintomi che potevano essere considerati simili a coloro che hanno accusato il contagio.

Sono scattati i protocolli di sicurezza e l’uomo è stato messo in sicurezza ed è stato sottoposto a tampone , nel pomeriggio di ieri è arrivata poi la notizia del primo caso in zona, un medico donna che presta servizio presso l’ospedale di Sciacca, che era stata recentemente nel bergamasco ed invece di mettersi in quarantena spontanea aveva preso servizio. Da qui il corto circuito con un vero e proprio delirio e con decine di notizie che si accavallano, con persone che sostenevano di essere state invitate a lasciare il pronto soccorso poiché c’era un caso di coronavirus e con le migliaia di messaggi che hanno fatto il giro degli smart phone e che hanno rischiato di rovinare la vita ad una persona.

Alessandro Quarrato

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