Motopesca sequestrati a Bengasi, gli armatori: “pronti a recarci a Roma con le famiglie dei pescatori se la situazione non si sblocca”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
10 Settembre 2020 09:47
Motopesca sequestrati a Bengasi, gli armatori: “pronti a recarci a Roma con le famiglie dei pescatori se la situazione non si sblocca”

Momenti di grande commozione ieri pomeriggio nel corso dell’incontro, avvenuto presso il palazzo comunale, fra alcuni familiari dei membri degli equipaggi dei due motopesca mazaresi, “Antartide” e “Medinea”, sequestrati il primo settembre a circa 35 miglia da Bengasi, il sindaco Salvatore Quinci ed il vescovo Domenico Mogavero. E’ stato lo stesso primo cittadino mazarese a voler incontrare i familiari dei marittimi al fine di rappresentare la vicinanza di tutta la Città al dramma che stanno vivendo le famiglie dei 18 pescatori (fra questi anche Giacomo Giacalone e Bernardo Salvo rispettivamente comandante e primo ufficiale dei motopesca “Anna Madre” e “Natalino” sfuggiti al sequestro).

Fra i familiari anche al signora Rosetta, madre di Pietro Marrone comandante dell’”Antartide” che ha espresso il suo grande dolore provato in questi giorni di attesa; la signora Rosetta alcuni anni fa aveva perso un figlio a causa di una tragedia in mare.

Nel corso dell’incontro in Comune è stato sottolineato il massimo riserbo sulla questione richiesto dal Governo italiano che avrebbe attivato la diplomazia ed il servizio di intelligence della Farnesina al fine di potere sbloccare una vicenda che appare abbastanza complessa in quanto oggi la Libia è di fatto un Paese diviso, da una parte la Cirenaica sotto il generale Khalifa Haftar, dall’altra la Tripolitania del governo riconosciuto dall’Onu, e quindi dall’Italia (vedi la visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio al presidente libico Fayez al Serraj avvenuta proprio qualche giorno prima del sequestro).

In merito ad eventuali trattative avviate per il rilascio dei pescherecci, ormeggiati nel porto di Bengasi, e dei diciotto marittimi (mazaresi, tunisini ed indonesiani) “spoti” in un villa nella stessa capitale cirenaica. Le autorità bengasine, dopo l’interrogatorio nei giorni scorsi degli stessi pescatori, hanno terminato le indagini; probabilmente saranno formalizzate delle richieste per il rilascio dei marittimi e dei motopesca.

Al termine dell’incontro in Comune, gli armatori, Leonardo Gancitano, Marco Marrone e Alessandro Giacalone (da sx verso dx in foto copertina all’uscita dal palazzo di Città), ci hanno così dichiarato: “Non abbiamo ancora notizie in merito alla vicenda. Siamo fiduciosi dell’attività diplomatica del Governo e dalla necessità di mantenere riserbo sulla questione. Siamo però pronti, qualora entro qualche giorno non avessimo notizie, a recarci a Roma con le famiglie dei pescatori per far sentire ancor di più la nostra voce”.

Francesco Mezzapelle

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