Il sindaco Quinci in Tunisia per riaprire “Casa Tunisia”. Si spera anche per la Consulta degli Immigrati prevista da Statuto Comunale.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
16 Gennaio 2020 12:12
Il sindaco Quinci in Tunisia per riaprire “Casa Tunisia”. Si spera anche per la Consulta degli Immigrati prevista da Statuto Comunale.

Abbiamo ricevuto una nota dal Comune di Mazara del Vallo che preannuncia una missione, domani, a Tunisi per il sindaco Salvatore Quinci che, su invito del Ministero degli Affari Sociali della Repubblica Tunisina, firmerà l’accordo relativo a Casa Tunisia. “L’accordo –si legge nella nota- prevede le nuove finalità e gestione dell’immobile ubicato nella via Bagno, inaugurato nel dicembre 2013 e precedentemente destinato a centro culturale della comunità tunisina di Mazara del Vallo; saranno resi noti dopo la sigla dell’accordo tra la Città di Mazara del Vallo, il Consolato di Tunisia a Palermo ed il Ministero degli Affari Sociali tunisino”.

In questi ultimi anni la nostra redazione si è occupata spesso della gestione di Casa Tunisia che spesso, fin dalla sua inaugurazione, è rimasta chiusa (vedi foto di copertina). Ricordiamo che il sindaco Cristaldi, con la firma di un protocollo, affidò la gestione di “Casa Tunisia” all’associazione “Amici senza frontiere” rappresentata dal prof. Soualmia Mohamed Ali, questi poi nella scorsa primavera venne eletto (suscitando molte polemiche e dubbi fra la comunità immigrata circa lo svolgimento delle elezioni) consigliere comunale aggiunto.

Ancora oggi “Casa Tunisia” risulta un luogo chiuso alla comunità immigrata. I suoi cancelli infatti sono quasi sempre chiusi, la struttura è utilizzata solo per corsi di formazione della suddetta Associazione; stranamente negli ultimi mesi l’Amministrazione Cristaldi, a parte qualche comunicato, non parla più di multiculturalismo ed integrazione. Chissà forse per ragioni politiche? Nel dicembre del 2013, a seguito della veemente protesta di diversi esponenti della comunità maghrebina dopo il taglio del nastro dei locali di “Casa Tunisia” (realizzata con un contributo dell’Assessorato regionale alla Famiglia di 200 mila euro e con un contributo del Comune di 20 mila euro), il prof.

Karim Hannachi lamentò il mancato coinvolgimento della comunità immigrata mazarese nella gestione dello stessa “Casa Tunisia”: “siamo contenti di questo spazio, davvero bello, non c’è niente da dire, pensato per la comunità immigrata. Quello che non condividiamo –disse- è il processo decisionale per l’affidamento degli stessi locali con il mancato coinvolgimento dell’intera comunità. L’amministrazione comunale – dichiarò al sottoscritto Hannachi- non ha ascoltato la comunità immigrata come del resto non hanno fatto, cosa ancor più grave, sia il console che l’ambasciatore.

Chiedevamo semplicemente di far partecipare tutta la comunità tunisina mazarese; un approccio che parta dal basso ed invece non decisioni calate dall’alto”. Il docente universitario Karim Hannachi vive da più di trentanni a Mazara del Vallo. Hannachi è stato protagonista anche di uno dei primi casi di matrimoni misti essendo sposato con una mazarese dalla cui unione ha avuto due figli. Hannachi, docente di lingua araba alla Facoltà di Lingue e Letteratura di Ragusa, è originario di Nefta, città del sudovest della Tunisia.

Karim Hannachi ha lavorato come redattore di “Non solo nero”, settimanale di Raidue con servizi di attualità sulla vita degli extracomunitari in Italia. Sempre in occasione dell’apertura di “Casa Tunisia”, Hannachi, insieme ad alcuni membri dell’Associazione “Voce del migrante tunisino” (del quale era presidente lo stesso Hannachi) denunciò la mancanza in Città della “Consulta degli immigrati” che peraltro è stata più volte richiesta dal già più volte consigliere comunale aggiunto Mohammed Zitoun Soufien.

Hannachi così spiegò: “il coinvolgimento e l’affidamento della struttura andava effettuato attraverso un organo, previsto all’art.34 e 34bis dello Statuto Comunale, la “Consulta degli immigrati” che purtroppo questa Amministrazione non ha istituito, l’ultima Consulta risale a più di dieci anni fa quando era sindaco Nicola Vella”. L’art. 34 bis dello Statuto Comunale recita così: “Il comune, vista la presenza nel territorio di diverse comunità di cittadini residenti provenienti da paesi non appartenenti all’Unione Europea, istituisce e disciplina con apposito regolamento, la “Consulta dei migranti” che ha finalità di evidenziare ed approfondire tutte le esigenze della comunità e di richiedere appropriati interventi”.

Nonostante in questi anni si siano succedute diverse iniziative promosse, o anche solo patrocinate, dall’Amministrazione comunale volte a rappresentare la Città come un modello di integrazione multiculturale molti dubbi permangono invece sull’effettiva partecipazione della comunità immigrata (maghrebini e slavi i più numerosi) alla vita politica, sociale e culturale della Città. Non basta organizzare tavole rotonde sui temi del dialogo interculturale e interreligioso e sulle questioni connesse alle libertà e ai diritti degli immigrati.

L’immigrazione tunisina a Mazara risale alla fine degli anni ’60, si trattava per lo più di pescatori che arrivavano dalla cittadina marittima di Mahdia: fecero la fortuna della nascente classe armatoriale mazarese e contribuirono concretamente a fare di Mazara del Vallo il primo porto peschereccio del Mediterraneo. Oggi vi è una terza generazione, nipoti degli stessi primi immigrati nati a Mazara del Vallo. Nonostante questo risulta innegabile una certa distanza fra la comunità immigrata e quella autoctona.

Speriamo pertanto che la nuova gestione di “Casa Tunisia” possa anche rappresentare il volano per un riavvicinamento socio-culturale fra le comunità immigrate residenti nel territorio e la comunità autoctona con l’istituzione della suddetta “Consulta”, oggi ancor più necessaria a causa della situazione socio-economica difficile che vive la Città a causa della grave crisi del settore, ancora trainante, quale quello della pesca e del suo indotto. Francesco Mezzapelle    

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