Di Mazara del Vallo il comandante della “Mare Jonio” che ha salvato 49 migranti e detto no all’alt della GdF.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
19 Marzo 2019 22:50
Di Mazara del Vallo il comandante della “Mare Jonio” che ha salvato 49 migranti e detto no all’alt della GdF.

E’ di Mazara del Vallo il comandante della nave italiana “Mare Jonio” del progetto “Mediterranea” che ieri ha salvato 49 migranti a largo della Libia, e che poche ore fa dopo un “braccio di ferro” con la Guardia di Finanza è entrata, dopo essere rimasta ore alla fonda, nel porto di Lampedusa. Si tratta di Pietro Marrone, colui che si era opposto via radio, in maniera perentoria, all’all’intimazione della motovedetta della Guardia di Finanza italiana di spegnere i motori quando la prua della nave era puntata verso l’Italia a seguito del salvataggio dei migranti in balia delle onde da circa due giorni.

“Abbiamo persone che non stanno bene, devo portarle al sicuro e ci sono due metri di onda. Io non spengo nessun motore” ha detto Pietro Marrone (in foto di copertina), un uomo che conosce benissimo il mare, quella parte del Mar Mediterraneo che ha solcato numerose volte a bordo dei pescherecci mazaresi. Pietro Marrone conosce bene la legge del mare che prevede il soccorso di chiunque rischia di perdere la vita, ha solcato quei mari rischiando più volte di essere sequestrato dalle motovedette tunisine e libiche a causa di decennali contenziosi legati alla gestione degli areali di pesca.

Per non parlare di un mitragliamento subito alcuni fa sempre a bordo di un peschereccio che aveva gettato le reti in acque internazionali ma che la Libia ritiene territoriali a seguito dell’istituzione, unilaterale, senza mai che nessun Paese europeo abbia riconosciuto questo suo diritto, di una zona protetta alla pesca di 62 miglia oltre le 12 convenzionali. Il primo sequestro da parte dei libici lo subì nel 1982 quando era appena un giovanotto. Pertanto Pietro Marrone diffida da sempre dei libici e mai avrebbe affidato quei 49 migranti che stavano rischiando di affondare alle autorità libiche, oltre che avrebbe rischiato il reato di “respingimento”, previsto dalle norme internazionali per chiunque consegni i naufraghi alle autorità di un Paese in alcun modo considerato “porto sicuro”.

In Marrone, come moltissimi pescatori mazaresi, si è distinto in questi decenni nell’aver salvato  migranti da morte certa. Adesso invece lo stesso comandante mazarese rischia un provvedimento insieme agli uomini a bordo della nave dell’ong guidata da Luca Casarini che appena entrata nel porto di Lampedusa è stata posta sotto sequestro dalla Guardia di Finanza; un sequestro probatorio che dovrà essere confermato entro 48 dalla Procura di Agrigento che ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti con l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I migranti molto provati dal maltempo (questo è quanto sarebbe stato anche accertato dal verbale della GdF) sono stati fatti scendere dalla nave. Quello della “Mare Jonio” è già diventato un nuovo caso politico e terreno di scontro fra l’opposizione ed il vice premier Matteo Salvini che “stigmatizza” il fatto che per ben due volte la nave ha disatteso gli ordini della Guardia di Finanza con il chiaro intento –secondo il capo del Viminale- di voler portare in Italia i  migranti.

Francesco Mezzapelle

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