“Detti e stradetti”, modi di dire trapanesi: «Cu pigghia un turco è so!»

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
24 Gennaio 2021 00:21
“Detti e stradetti”, modi di dire trapanesi: «Cu pigghia un turco è so!»

Possono essere ironici ma anche ricchi di storia. Possono essere senza senso, se utilizzati fuori da determinati contesti, ma possono anche nascondere tante curiosità sul nostro territorio. Sono sicuramente queste le caratteristiche principali dei modi di dire che usiamo quotidianamente ma di cui non conosciamo l'origine. Eppure, molto spesso, i tipici detti trapanesi sono legati alla storia della nostra città. Uno di questi è, senza dubbio, il detto trapanese «Cu pigghia un turco è so» che, letteralmente, significa «Chi prende un turco è suo».

Il modo di dire viene utilizzato in un contesto quasi anarchico, in cui ognuno trova naturale impossessarsi di qualunque cosa si trovi nel suo cammino, senza doverne rendere conto ad altri. Sono tante le ipotesi sull’origine del detto. Secondo alcuni, infatti, nacque nel 1582 quando il viceré Colonna incoraggiò una scorreria di vascelli trapanesi a Monastir promettendo loro l’esenzione dalla decima sul bottino realizzato e ordinando il diritto di possesso per un’illecita appropriazione da parte di tutti quelli che «si ponessero in avventura di fatti pirateschi».

Secondo altri, invece, il detto deriva da una scritta dell’epoca che riguardava il mercato di schiavi. Trapani, infatti, per la sua posizione geografica, è sempre stata solcata da mercanti, avventurieri e flotte militari ma fu anche uno dei più importanti centri pirateschi e mercati di schiavi che, con molta probabilità, avveniva nell’odierno Largo San Francesco di Paola. Lo scritto significava che colui che toccava uno schiavo o una schiava non aggiudicata nell’asta che si era svolta prima, aveva il diritto di precedenza sugli altri.

Tra il 1590 e il 1610, a Trapani, erano tante le personalità che possedevano schiavi e schiave – catturati, insieme a navigli e mercanzie, dalle navi trapanesi che si spingevano fino alle coste tunisine – per i lavori casalinghi, nei campi o nelle masserie. Secondo un’altra teoria, però, l’origine del detto potrebbe risalire alle invasioni dei pirati saraceni. Gli arabi, infatti, venivano definiti turchi dai cristiani e questa denominazione è tuttora presente in tanti modi di dire siciliani e in luoghi di interesse culturale – come la Scala dei Turchi, dove gli arabi ancoravano le proprie navi perché protetti dal vento e dalle maree –.

«Cu pigghia un turco è so» è un detto che riprende usi e tradizioni antiche che oggi, fortunatamente, non esistono più. Ma è anche un detto che ripercorre ciò che è stata Trapani per secoli: una città multiculturale e il centro del Mediterraneo. Qualità, queste, ancora presenti nel nostro territorio. Perché certe cose, nonostante passi il tempo, non cambiano mai. Chiara Conticello - Foto dal web

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