Paceco, all’opera truffatori del “porta a porta”. Il Sindaco: “invito i cittadini a stare attenti”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
01 Marzo 2018 13:10
Paceco, all’opera truffatori del “porta a porta”. Il Sindaco: “invito i cittadini a stare attenti”

Ritornano i furbetti del “porta a Porta”. Questa volta non si tratta di falsi dipendenti Inps, Enel, Telecom. Il raggiro consiste nel chiedere denaro per l’acquisto di un defibrillatore. È avvenuto a Paceco e potrebbe verificarsi anche nei comuni vicini. Un ragazzo e una ragazza, infatti, si aggirano per le vie del paese con in mano dei fogli e la foto di un ragazzo scomparso qualche tempo fa nel trapanese (dicono loro), affermando che stanno effettuando una raccolta fondi, per l’acquisto di un defibrillatore, in memoria di questo giovane deceduto.

Ovviamente si tratta di un’offerta senza il rilascio di alcuna ricevuta. Una vera e propria truffa. Evidentemente i truffatori hanno preso spunto da iniziative realizzate sul territorio per l’acquisto di defibrillatori e, sicuri del buon cuore della gente, hanno approfittato per incassare un pò di denaro. Ovviamente qualcuno ci è cascato e diverse sono state le segnalazioni arrivate ad un nostro lettore, Tony Alestra, promotore di iniziative relative all’acquisto di apparecchiature salvavita collocati in città, per verificare la veridicità dell’iniziativa.

Alestra, in merito alla vicenda ha dichiarato: “Tutte le iniziative volte all’acquisto di defibrillatori, avvengono solo con raccolta fondi tramite bonifico bancario e relativo rilascio di ricevuta. Diffidate, dunque, da gente che chiede denaro per questo genere di attività senza dimostrare la fondatezza dell’iniziativa”. Dello stesso parere è anche il sindaco di Paceco, Biagio Martorana, che ha affermato: “si tratta di una vera e propria truffa. Non sono in atto iniziative di raccolta fondi porta a porta e invito la cittadinanza a diffidare da qualsiasi tipo di richiesta.” Molto spesso a farne le spese sono gli anziani, bersaglio facile per i malintenzionati soprattutto quando abitano da soli.

Ma quando si tratta di iniziative “benefiche”, spesso a cadere nel tranello sono anche i più giovani. Il consiglio è la denuncia dell’accaduto agli organi competenti in quanto la truffa è un reato e la condanna va da sei mesi a tre anni (per la truffa semplice) o da uno a cinque anni (per la truffa aggravata). C.P.

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